sabato 26 novembre 2011

Paura della decrescita?

Nessuno ormai crede più ad una crisi passeggera, e se la sola risposta che il nostro e gli altri paesi sembrano voler mettere in campo è quella di stringere la cinghia ( ossia aumentare i prelievi sulle persone e ridurre i servizi) allora è chiaro che bisogna prepararsi al peggio.  Ma se il problema è il sistema economico-finanziario, il modo in cui questo ha alterato valori e possibilità, allora è stupido cercare una soluzione attraverso di esso, o comunque con i suoi strumenti. Credo invece che serva coraggio. Al punto in cui siamo c'è bisogno che qualcuno proponga convintamente ed in modo ragionato di cambiare totalmente rotta, il che vuol dire abbandonare il concetto di crescita, la struttura finanziaria della UE, la BCE, il WTO, tutto il sistema finanziario che ci ha portato qui; e serve un'alternativa, un percorso di decrescita che, per quanto a molti sembri fantascienza,  è nell'immediato futuro, a noi decidere se sarà una decrescita serena o dolorosa e di impoverimento. Per anni si è detto che la decrescita doveva passare attraverso meccanismi di coscienza individuale, di presa di coscienza ambientalista e sociale, poi attraverso scelte condivise. Ma ora l'orto sotto casa non è più un atto di coscienza, per molti averlo sarebbe una manna sui conti domestici. Le automobili di grossa cilindrata, o peggio i SUV, non sono più sostenibili non solo per motivi ambientali, non lo sono più perché costano troppo, le famiglie non se le possono permettere più. Questi sono due esempi di economia domestica ma lo stesso vale più o meno per tutto, dalla gestione dei comuni al modo in cui si gestiscono i btp. La decrescita sta iniziando, anche se fa paura e tutti lo neghiamo e insistiamo a parlare di crescita, sviluppo e compagnia bella.  Occorre il coraggio politico di riconoscere questa nuova situazione e cercare di guidarla al meglio. Soprattutto, è ipocrita e pericoloso fingere di ignorare la situazione per paura di perdere consensi o di non essere all'altezza della situazione,  perché siamo ancora in tempo

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